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Corsi estivi per bambini e ragazzi PARTE I

È già tempo di corsi estivi?

Eccoci qui, avvolti da confortevoli sciarpe di lana, con bocche fumanti, nasi rossi per il gelo e il pensiero già a giugno! Chi è genitore di figli dai 3 anni in su sa quanto è importante “giocare d’anticipo” e prepararsi alla chiusura delle scuole: pensare ai corsi estivi per bambini e ragazzi è, dunque, d’obbligo fin d’ora per scegliere consapevolmente. Oggi la rosa di scelte è quanto mai vasta e dinamica: si spazia dagli sport, alla musica, all’arte con opzioni che si incastrano nelle afose settimane estive.

La pedagogia ci insegna quanto importante sia, oltre il gruppo familiare, l’immersione in quello dei pari per favorire lo sviluppo sociale. L’interazione orizzontale con i coetanei favorisce non solo lo sviluppo sociale, ma anche quello intellettivo poiché, come afferma Piaget, stimola l’acquisizione di determinate abilità. Stando insieme i bambini imparano quindi non solo a relazionarsi, ma anche a cooperare, elaborare ed interiorizzare soluzioni, negoziare, gestire conflitti e frustrazioni. È un’opportunità che tutti i bambini dovrebbero avere, diversa ma complementare al rapporto verticale, e asimmetrico, con gli adulti di riferimento.

Per bambini e ragazzi è quindi di fondamentale rilevanza stare fra coetanei perché è così che si apprendono abilità che, da grandi, non si possono imparare pienamente.

L’importanza del gioco nei corsi estivi

Scegliere l’attività più adatta alla personalità e ai desideri dei figli è la volontà di ogni genitore, così come quella di coniugare divertimento e apprendimento.

Ben lungi dalle severe immagini di insegnanti austeri e alunni dimessi a un banchetto, oggi sappiamo non solo che si può imparare giocando ma che questa è una filosofia doverosa per quegli enti, organizzazioni, gruppi che dedicano parte del loro operato alle attività estive dei più giovani. Il gioco è un diritto: attore protagonista di quello sviluppo sociale sopra menzionato.  Confucio ci ricorda, in poche semplici frasi, l’importanza di questo modus operandi:

Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco“.

È proprio nell’operare in campo, attivandosi, giocando, prendendo parte al progetto che l’ambizioso obiettivo dell’educazione trova la sua realizzazione e il suo compimento più alto.

 

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